La storia, le origini, lo stemma

Il Rione Giotti è la parte più antica della città e la teoria più accreditata dalle fonti circa le sue origini (Discorso della Città di Foligno, Ludovico Jacobilli 1646), afferma che in questa parte di Foligno si stanziarono in epoche remote i Goti, da cui la volgarizzazione in Juctorum (XIV Sec), Ghotorum (XV Sec) e, infine, dei Giotti (XVII Sec). E’ proprio alla primigenia Societas Juctorum, citata nelle fonti già a partire dal 1400, che è intitolato oggi il Museo Rionale. Per quanto concerne lo stemma è del XVIII secolo (F. A. Morichini, 1748) l’associazione, nei documenti ufficiali, del Giglio e della Croce dello stemma comunale alla Societas Gotorum (Fig. 1). Agli inizi del XIX Sec. (1803) lo stemma rionale assume la sua attuale conformazione. In alcuni disegni raccolti nel titolo “Serie delle Armi con le relative Bandiere delle vie di Fuligno come si trovano rappresentate nella così detta Sala delle Armi del Palazzo municipale” la bandiera del Rione Giotti si presenta in smalto al vaio, caricata del Giglio e della Croce (Fig. 2 e 3). Il vaio, dopo l’ermellino, è la seconda pelliccia araldica in ordine di pregio ed è composto da quattro file di pezzi d’argento della forma di campanelli rovesciati sopra un campo d’azzurro, il quale a sua volta prende la forma di altrettanti campanelli dritti. Il vaio simboleggia preminenza di onori, dignità ragguardevole e grande nobiltà. Nella rielaborazione grafica adottata dall’Ente Giostra della Quintana nel 1946, lo smalto che in partenza si presenta come vaio si delinea come ondato d’azzurro e argento. Nel 1950 Monsignor Luigi Faveri, membro del primo Consiglio Rionale e primo Vice Presidente dell’Ente Giostra della Quintana, divenuto Vescovo di Tivoli, inserisce nel proprio stemma episcopale lo stemma rionale (Fig. 4). Motivo per cui ancora oggi il Rione Giotti è il Nobile fra tutti.