Audio guida

Clicca su Play per ascoltare il testo

12 – Le Lance del grande Marcello Formica

Magistralmente disposte attorno al Palio del 1963, prima Vittoria del Nobile Rione dei Giotti, potete notare alcune lance, recente donazione al Museo del Rione da parte dei figli del Cavaliere Marcello Formica, storico fantino vittorioso folignate da noi molto apprezzato in quanto portatore della prima vittoria giottina.

La lancia alla sinistra del Palio rappresenta la prima foggia della Lancia di Giostra adottata fino alla fine degli anni Settanta. Le lance di giostra erano state donate dal Corpo dei Lancieri di Montebello ed erano molto differenti rispetto a quelle utilizzate oggigiorno. Potete notare in prossimità della punta i vistosi occhielli di ancoraggio della bandierina che obbligavano ad incoccare la lancia tenendo gli occhielli verso il terreno per evitare che, in altre posizioni, gli stessi recassero fastidi alla cattura dell’anello. Una ulteriore curiosità è riscontrabile verso la parte superiore della lancia: il timbro della “punzonatura”, ovvero “l’OK” che veniva dato (e viene dato ancora oggi, in quanto il rituale di controllo viene effettuato tre giorni prima della Giostra) dalla Commissione Tecnica dell’Ente Giostra. Le lance nella rastrelliera alla destra del Palio sono di tre competizioni ove Marcello Formica era solito partecipare e primeggiare, ovvero, da sinistra verso destra: il Niballo di Faenza, la Quintana di Ascoli Piceno e la Giostra del Saracino di Arezzo.
Il Palio di Faenza (descrizione integralmente tratta da https://www.paliodifaenza.it/) è una sfida a singolar tenzone che impegna i due contendenti, al galoppo sui loro cavalli, a colpire prima dell’avversario il bersaglio posto sul braccio teso del Niballo, la grande figura con fattezze di guerriero che rappresenta il vecchio nemico saraceno, collocato al centro del campo di gara. Un meccanismo fa sì che il cavaliere che colpisce per primo il bersaglio “disattivi” automaticamente il bersaglio per l’altro contendente.
Velocità e precisione sono quindi d’obbligo nella tenzone faentina, conseguentemente la lancia che potete vedere è caratterizzata da media taglia (=alta brandeggiabilità) e punta acuminata (=maggiore precisione per colpire il bersaglio.).La lancia la centro della rastrelliera è della Quintana di Ascoli Piceno (descrizione integralmente tratta da http://www.quintanadiascoli.it): il torneo cavalleresco della Quintana è una sfida nella quale si cimentano sei cavalieri, ciascuno rappresentate di un sestiere cittadino. La giostra consiste nel colpire con la lancia, in tre consecutivi assalti da ripetersi per tre volte ogni turno («tornata»), il bersaglio del saraceno costituito dallo scudo sistemato sul braccio sinistro del saraceno.
A parte le dimensioni maggiori (lunghezza) e la protezione al polso nell’impugnatura potete notare che la lancia al centro ha un puntale non acuminato ma a fattezza di “timbro” in quanto lo stesso – preventivamente immerso in un colore nero prima della partenza di ogni cavaliere – deve centrare un bersaglio numerato e lasciare traccia del settore a punteggio maggiore secondo difficoltà di “botta” crescente.
La Giostra del Saracino di Arezzo (sito di riferimento http://giostradelsaracinoarezzo.it/, descrizione integrale seguente tratta da Wikipedia) è un’antica competizione cavalleresca, che affonda le sue origini nel Medioevo e che consiste nel colpire un bersaglio, posto sullo scudo che Buratto (un automa girevole che impersona il “Re delle Indie”) tiene sul braccio sinistro con un colpo di lancia al termine di una veloce carriera a cavallo. Il tutto senza farsi colpire dal mazzafrusto, imbracciato dal Buratto stesso nel braccio destro, il quale viene azionato da un meccanismo a molla che aumenta l’azione di rotazione già impressa dal colpo del cavaliere. Anche questa Giostra è “alla botta” ma lungo un percorso dritto (“Lizza”) con colpo diagonale nella targa a settori a vario punteggio sorretta al braccio del Buratto. Qui necessariamente è d’obbligo una lancia molto lunga (metri 3,55) normalmente realizzata in legno douglas. La potete ammirare in tutta la sua lunghezza: arriva fino al soffitto della stanza…!

In questa sezione