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03 – La Quintana: da pratica militare a giostra

Il termine Quintana ha origini molto antiche e deriva dalla quinta strada dell’accampamento militare romano, lungo la quale i cavalieri si allenavano colpendo al galoppo un fantoccio che rappresentava il nemico. Le fonti documentali attestano che le giostre equestri si svolgevano nella città di Foligno già a partire dal 1400. Di una in particolare il messo notarile comunale, Ettore Tesorieri, lasciò traccia in un documento ufficiale: la Giostra che si disputò nell’odierna Piazza della Repubblica la sera del 10 febbraio 1613 in occasione del Carnevale. Nel documento si descrivono il regolamento, i nomi dei cavalieri, i Rioni partecipanti e l’esito finale. Scopo della giostra era colpire con una lancia la statua lignea, rappresentante il dio Marte, posta al centro della piazza. La statua fu realizzata da intagliatori folignati e affidata dalla città alla famiglia Gregori perché la conservasse. Ogni anno, durante il Carnevale e fino a tutto il 1800, la statua veniva esposta in piazza. Nel 1946, con la volontà di ridare al popolo folignate un motivo di rinascita e unità dopo i bombardamenti e le devastazioni della seconda guerra mondiale, la statua divenne protagonista dell’edizione moderna della Giostra della Quintana. Un ruolo che conserva ancora oggi con tutto il carico di fascino e mistero di cui è portatrice. E’ la storicità dei fatti a rendere la Quintana di Foligno una vera rievocazione storica e non una semplice invenzione storica.
Oggi la Quintana si disputa ogni anno in due edizioni: la Sfida, durante il mese di giugno, e la Rivincita, durante il mese di settembre.
Nella competizione moderna i cavalieri devono percorrere al galoppo una pista a forma di otto al centro della quale è posta la statua del dio Marte. Al braccio vengono appesi degli anelli che i cavalieri devono infilare con la propria lancia: 3 del diametro interno di 6 cm nella prima tornata, 3 del diametro interno di 5,5 cm nella seconda tornata, 3 del diametro interno di 5 cm nella terza ed ultima tornata. Ogni anello vale 30 punti e a parità di punti conta il tempo.
Ogni singolo errore agli anelli, così come l’abbattimento delle bandierine poste ai lati del percorso, equivale alla squalifica del cavaliere e alla sua esclusione dalla competizione.

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